Ambiente


Le piante e i fiori disposti con armonia nel cortile intorno a casa offrono una fresca sensazione di riposo. Oltre il ponticello sull’Acquachiara si dirmano carraie che attraversano il podere e raggiungono i nostri vitigni tradizionali: ancellotta, malbo gentile, maestri, graspa rossa, utilizzati per la produzione del nostro “biolambrosc”.

Si congiungono poi ai sentieri ciclopedonabili del Parco e raggiungono, una decina di minuti a piedi, il Mauriziano, che fu dimora di Ludovico Ariosto.Poco distante dalla casa il letto del torrente si apre e le acque si gettano con un bel salto a formare, ai piedi della cascatella, una “buca” animata da pesci di vario ge nere, e dove un tempo si bagnavano divertiti i bambini della

città in quello che ancor oggi molti ricordano come il “mare dei poveri”. Lepri, leprottini e fagiani si spingono fino alle porta di casa in cerca di cibo e si possono scrutare dalle finestre delle stanze, la mattina presto; nelle passeggiate vicino a casa non è raro imbattersi in scoiattoli, germani, aironi.

La casa


La casa colonica, ora adibita all’ospitalità, risale alla fine dell’Ottocento. Ha conosciuto modifiche in tempi diversi, rifacimenti e ampliamenti spontanei e improvvisati tipici dell’edilizia contadina. Una parte della struttura mantiene la vecchia conformazione, mentre la parte est è stata rimessa a nuovo nel rispetto dell’assetto origina le. La struttura è riscaldata con la pompa di calore, alimentata da pannelli fotovoltaici, all’insegna del risparmio energetico e nel rispetto dell’ambiente.

All’ingresso si viene accolti da una grande stufa in terra cruda realizzata da Axel Berberic che riscalda il piano terra e integra il riscaldamento dell’acqua sanitaria. I tinteggi, che seguono uno studio accurato delle scelte cromatiche ispirato alla teoria dei colori di Ghoete e di Steiner, rappresentano una speciale sintesi di naturalità e semplicità di materiali, quali farina di riso, pigmenti naturali, polvere di marmo, coccio pesto, fieno e paglia,  mischiati artigianalmente e stesi manualmente.

La stessa filosofia ha ispirato la scelta degli arredi, a partire dai corpi illuminanti realizzati da Liliana, che ha sapientemente realizzato paralumi e tende con vecchie stoffe. e pizzi di famiglia recuperati. Sapore di casa ritrovato anche nelle tappezzerie delle eleganti poltrone che Francesca ha suggerito di ricoprire con i rustici sacchi del frumento di nonno Aderito. Tovaglie, lenzuola, asciugamani, piatti, bicchieri: servizi e corredi incompleti, segno di un tempo che passa e di una tradizione che si rinnova nel lavoro quotidiano.